PALAZZO VENEZZE Figlio di Pietro Benavides, nobile mantovano di origine spagnola, Marco nacque a Padova il 25 novembre 1489. Uomo di vastissima cultura giuridica, si dedicò fin da giovanissimo alla pratica forense dedicando particolarmente la sua attività a favore dei poveri. La sua vasta fama fece si che il doge Francesco Donato con la sua “ducale” lo incaricasse di “leggere” diritto civile, penale e canonico presso il nostro “Bo”, incarico che tenne per quasi cinquant’anni. Insignito di decorazioni dall’imperatore Carlo V (1545), da Ferdinando I (1561) e da Papa Pio IV (1564) per le sue consulenze in materia di giurisprudenza, era particolarmente noto per il suo mecenatismo a favore di letterati ed artisti. Nel suo palazzo in piazza Eremitani 18, detto anche delle Venezze, nome dei proprietari che lo acquistarono nel 1700, amava collezionare opere d’arte e reperti archeologici in massima parte perduti nel XVII secolo, anche se una piccola parte è ancora custodita nel Museo delle Scienze Archeologiche di Padova (Liviano). Fu molto attivo nell’Accademia degli Infiammati, di cui era fondatore, ed ebbe contatti coi principali intellettuali padovani dell’epoca (Sperone Speroni, Pietro Bembo, Giovanni Cornaro), scrittore egli stesso, curò la traduzione in lingua italiana di alcune liriche del Canzoniere di Francesco Petrarca. Padova ha dedicato a questo illustre giureconsulto una via ed una statua nel recinto di Prato della Valle (n°20) commissionata a Giovanni Ferrari, scultore trevisano, da Federico Augusto elettore di Sassonia. (Marialuisa Basilicata)
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